Classe 1964, magistrato, grande appassionato di fotografia di strada. Vivo a Napoli, dove scatto la maggior parte delle mie foto. Nessuno mi ha mai regalato una macchina fotografica, né ho iniziato come tanti in "camera oscura". Quello che so l’ho imparato da solo oppure frequentando qualche workshop; fantastico quello con Matt Stuart, tra i miei autori preferiti. Sono un giudice minorile, dedico tutto il mio tempo libero alla fotografia. Non c'è alcuna relazione tra la fotografia e il mio lavoro. Mentre nel lavoro devo rispettare le regole ed essere imparziale, nella fotografia faccio le mie scelte, seguo le regole solo se necessario e obbedisco solo ed esclusivamente alla mia sensibilità. La fotografia, o meglio la street photography, ha cambiato la mia vita. Mi fa divertire, gioire, incontrare persone…. Vorrei avere molto più tempo da dedicare alla fotografia!

Adoro Elliot Erwit per l'ironia con cui ha raccontato la sua epoca. Mi sento vicino a Vivian Maier perché il suo atteggiamento, per strada, era molto simile al mio nell'osservare tutto ciò che la circondava (ma lei aveva molto più coraggio di me). Adoro i colori di Saul Leiter, ma, a differenza sua, uso solo grandangoli.

La mia fotografia di strada è immediata, intuitiva, spontanea, mai posata. Penso che in ogni buona fotografia ci sia una storia. Colgo gli attimi di vita e mi abbandono docilmente a ciò che accade intorno a me, senza mai stabilire alcun rapporto con i miei soggetti, se non essere nello stesso posto nello stesso momento.

Preferisco la fotografia a colori al bianco e nero. Descrivono meglio quello che vedo, esaltano i dettagli, si adattano al clima di gioia e di armonia che cerco sempre di rappresentare.

Non ho un buon rapporto con i concorsi fotografici, ma questo sarebbe un lungo discorso.

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